giovedì 27 marzo 2008

Olimpia



E' probabile che con questo post il blog diventi per l'ennesima volta invisibile dalla Cina, che costituisce del resto una fetta importante dei lettori del nostro seguitissimo blog, ma chi se ne frega. Non posso fare a meno di prendere le parti del Tibet e della libertà.
Riporto alcune frasi tratte dal blog di Rampini, inviato in Cina della Repubblica, a proposito della situazione attuale:

Le notizie che giungono dal Tibet non sono segnali di dialogo e distensione. Al contrario, si riaprono le porte dei laogai. Per i monaci buddisti tibetani catturati nelle retate di questi giorni comincia un’odissea tristemente nota, la deportazione nei lager cinesi. E’ il trattamento che il regime di Pechino riserva ai seguaci del Dalai Lama dagli anni Cinquanta: lavori forzati, sedute di rieducazione politica cioè lavaggio del cervello, indottrinamento patriottico, umiliazioni e spesso torture. Generazioni di monaci sono passate attraverso queste sofferenze, molti ne sono morti, senza che la Repubblica popolare riuscisse a piegare la resistenza del popolo tibetano. Ma Pechino insiste con i metodi di sempre.

Sono sicuro che nessuno degli stati partecipanti alle prossime Olimpiadi farà nulla di eclatante. Nè gli Stati Uniti d'America nè tanto meno l'Europa possono permettersi di "offendere" la Cina. Troppo grandi sono infatti gli interessi commerciali in ballo. E del resto si sa, il commercio, la ricchezza, la produzione industriale sono i veri miti moderni, non certo la libertà.

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page

online
Online Casino